L'Istat rivede al ribasso i dati relativi al secondo trimestre con un prodotto interno lordo che è diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre del 2011. Dall'inizio dell'anno la variazione acquisita è pari a -2,1%.
Rispetto al trimestre precedente, sottolinea l'Istat, i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti in misura significativa, con cali dello 0,7% dei consumi finali nazionali. Tutti e tre i grandi comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -1,9% per l'agricoltura, -1,6% per l'industria e -0,5% per i servizi...
Il rapporto tra giovani e lavoro appare sempre più critico, il sacrificio imposto dalla crisi presenta cifre in continuo peggioramento: dagli ultimi dati dell'Istat sul secondo trimestre 2012 emerge come in cinque anni il numero di occupati tra i 15 e i 34 anni sia diminuito di circa un milione e mezzo, ovvero del 20%. Un vero e proprio crollo che va ad alimentare l'esercito dei disoccupati, con gli under 35 alla ricerca di un posto che raggiungono quota 1.386.000.
Insomma gli effetti della recessione si fanno sentire soprattutto sulle nuove generazioni e, analizzando nel dettaglio i dati dell'Istituto di statistica, le più recenti rilevazioni non fanno che allungare il 'bollettino di guerra': gli occupati nella fascia d'età compresa tra i 15 e 34 anni risultano scesi sotto la soglia dei sei milioni. Mettendo a confronto il secondo trimestre del 2012 con lo stesso periodo del 2007, si passa da 7,3 milioni a 5,9 milioni (-19,9%). Solo nell'ultimo anno il calo è stato di 230 mila unità. Uno scenario fosco, scoraggiante e desolante. Con le prime pagine occupate da storie di disperazione e mobilitazioni dei lavoratori. Dobbiamo rassegnarci passivamente?
Al di là di quelli che saranno gli interventi della politica e dei movimenti sindacali, dobbiamo “personalmente” guardare ad un futuro fatto di esclusione, emarginazione, povertà? Dobbiamo supinamente accettare una realtà economica che mette il lavoro ai margini mettendo al centro l’artificio finanziario cui non corrisponde più la materialità della produzione ma solo la logica speculativa che non affondando le sue radici da nessuna parte è destinata comunque a scoppiare come una bolla di sapone, come peraltro già avvenuto? C’è chi pensa di no, c’è chi pensa che proprio questo sia il momento di progettare, creare nuovi lavori e nuovi modi di lavorare.
In un recente servizio del supplemento Sette del Corriere della Sera ci si richiama alla figura dell’artigiano medievale come colui che si è “concentrato sul suo talento nutrendolo di continuo studio solo per essere in grado di decidere che cosa fosse meglio per il suo futuro”. Con una differenza: che il nuovo artigiano medievale ha oggi la possibilità di essere connesso con altri 5 miliardi di persone. Una bella differenza non c’è che dire, che permette a fantasia e creatività di varcare limiti un tempo insuperabili, di diventare una parte di un immenso patrimonio collettivo.
Questa lunga premessa per motivare e spiegare un’iniziativa del nostro settimanale rivolta in primissimo luogo ai lettori, chiunque essi siano, disoccupati in cerca di lavoro, occupati desiderosi di migliorare il loro status, giovani alla ricerca di prima occupazione, ma anche associazioni del settore, specialisti delle dinamiche sociali. Quello che chiediamo è che ci raccontiate la vostra esperienza, i vostri tentativi, sia quelli riusciti che quelli falliti, la vostra creatività, il vostro punto di vista sulla situazione reale e come intendete muovervi, in pratica esperienze già maturate o progetti per il futuro. Scriveteci a segreteria@keydea.net, pubblicheremo le vostre storie, sarete i nostri inviati nel mondo del lavoro che non c’è e che potrebbe esserci o potrebbe essere inventato.
Fulvio Scova
Focus - A Corsico la prima società a un euro
La prima società a capitale sociale di 1 euro permessa dal decreto Monti sulle liberalizzazioni, è nata a Corsico grazie all’iniziativa di due sorelle Stefania e Serena Pasquali e si chiama “La Casa delle Fate”, vendita di oggetti di design per la casa. Con già una solida esperienza alle spalle, i genitori hanno altri negozi del genere in cui hanno fatto “gavetta”, le due sorelle sono pronte a lanciarsi sul mercato.
In attesa che le banche rispondano, ma non sembra facile, alle richieste di finanziamento necessarie per il decollo, le due ragazze punteranno soprattutto sui bandi per giovani imprenditrici di Regione Lombardia e Unione Europea.
Un Fisico e un Matematico, con pochi denari in tasca,
RispondiEliminaapprofittano della lavagnetta di una tavola calda per chiacchierare.
Si supponga - dice il M. - di aver misurato due lunghezze, risultate entrambe pari a 10 cm con un margine di errore dell'1%. Ciò significa che le lunghezze reali sono comprese tra 10,1 e 9,9 cm.
Il loro rapporto - continua il F. - teoricamente pari a 1, in realtà potrebbe essere uguale a 9,9/10,1 (cioè a 0,98). Ebbene, in questo caso il valore da noi calcolato (cioè 1) sarebbe viziato da un errore del 2%, il doppio del margine di errore delle singole misurazioni.
E' una regola della Fisica che gli errori relativi si sommino linearmente.
E' una regola della Storia che gli errori si sommino, non si compensino.
Qualcuno ha tempo per scrivermi eccezioni, controesempi, paradossi ?
Ringrazio il SioNo e i lettori attenti di Buccinasco.