mercoledì 11 luglio 2012

CORSICO - Una brutta scuola dal diario di un maestro di campagna

Un delizioso aperitivo preparato dal GAS di Buccinasco (gruppo acquisto solidale, ndr), con prodotti biologici ed equosolidali di BuonMercato provenienti in buona parte dal nostro Parco Sud, è stato il ricco antipasto alla serata passata al Bem Viver con Alex Corlazzoli, giornalista per “Il Fatto quotidiano” e “Altreconomia”, scrittore e maestro precario.
Il mix dei suoi tre impieghi ha dato luce al libro “Riprendiamoci la scuola – Diario d'un maestro di campagna” che ha presentato a Corsico di fronte ad un nutrito e variegato pubblico fatto di insegnanti e non solo.

Dopo una sua breve “autobiografia”, con un simpatico aneddoto sul suo sciopero della fame contro uno “stipendio da fame” davanti al Provveditorato il 30 agosto scorso, in occasione del “grande happening” annuale dei precari in fila per l'incarico (avendo Alex ricevuto per l'anno scolastico successivo un incarico di sole 16 ore settimanali), il giovane maestro ci ha raccontato cosa oggi è diventata la scuola in Italia e come, a suo avviso potrebbe cambiare in meglio...

Una scuola, quella attuale, che non piace proprio. Una scuola che boccia in prima elementare (e spesso a farne le spese sono figli di migranti) anziché fornire gli strumenti per recuperare (ore di compresenza, sostegno). Una scuola che, se ha la fortuna di avere i computer a disposizione degli alunni, spesso non ha la connessione ad internet (rendendoli quasi inutili per formare), una scuola che non piace ai ragazzi (cita un recente quanto tragico sondaggio fatto agli alunni dove viene comparato l'indice di apprezzamento in Italia rispetto ad altri Paesi in Europa), una scuola che non educa a principi fondamentali quali la legalità, la democrazia (e anche, quindi, la protesta, quella sana), non fa (o la fa male) educazione sessuale, non parla di omosessualità. Una scuola che non è cresciuta, ma ha solo perso di anno in anno fondi e risorse. Una scuola che vive (o sopravvive, meglio dire) della sola grande passione per il mestiere di un corpo insegnante che non ha però i mezzi e gli strumenti per farla crescere.

Si rifà spesso (pur essendo ateo, ndr) agli scritti di Don Milani in “Lettera a una professoressa”, ci racconta come vive il suo insegnamento in un paesino di campagna e di quali piccole azioni (a costo zero) potrebbero aiutare questa scuola italiana in affanno. La lettura dei quotidiani, ad esempio, può essere un valido sostegno per educare alla legalità, alla tolleranza, al rispetto per le diversità, alla democrazia. Unito alla lettura e spiegazione della costituzione (che spesso viene regalata dalle Amministrazioni, per poi essere relegata in qualche angolo di un cassetto) perchè è indispensabile educare alla democrazia e insegnare a protestare, nell'accezione più pura del termine (testimoniare per): ne ha fatto le spese anche lui, con una democratica protesta contro un divieto imposto agli alunni dalla scuola dove insegna (leggere il testo della protesta scritto da alunni di 7-8 anni potrebbe essere di aiuto per quanti oggi protestano in Italia nelle forme più distorte, ndr). Non demonizzare internet e i social network, ma renderli un valido supporto all'insegnamento e educare i ragazzi ad utilizzare il computer come una risorsa preziosa. Parlare di omosessualità e di sessualità in genere: un argomento ancora tabù nelle scuole dell'infanzia italiane.

Piccoli passi, ma vitali secondo Alex per accompagnare la scuola italiana nell'oggi prima ancora che nel domani.

La serata si è conclusa con un intervento di Giovanna Tedesco – responsabile donatori di Mani Tese – che ha ringraziato i partecipanti per il sostegno al progetto SOS Emilia illustrando l'attività della ONG nel Mondo e quella avviata a Finale Emilia (uno dei paesi colpiti da terremoto di cui Corlazzoli ha raccontato in un reportage per Altreconomia) dove Manitese è presente da anni e ha ora attivato un centro aggregativo per i minori nel capannone (resistito al terremoto) della cooperativa.

Andrea Demarchi

1 commento:

  1. Cosa aspettiamo a Riprenderci la scuola?
    Grazie per l'ottimo spunto di riflessione.

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