Si torna a parlare di ‘Ndrangheta nell’hinterland milanese, in particolare nel sud-ovest, da sempre notoriamente colpito dalla criminalità organizzata. E lo si fa durante una delle tappe dell’iniziativa “Corsico per la legalità 2013”. Ospite d’eccezione Nando Dalla Chiesa, che mercoledì 17 aprile, insieme a Martina Panzarasa, ha presentato il libro Buccinasco – La ‘Ndrangheta al Nord (Ed. Einaudi) presso il Saloncino La Pianta di Corsico. Un libro, quello di Nando Dalla Chiesa, che era stato al centro dell’attenzione mediatica locale per un botta e risposta con l’amministrazione Maiorano, la quale aveva reagito in maniera piccata su alcuni passaggi della pubblicazione. Un’opera che ha ricevuto le attenzioni, come è stato ricordato in sede di presentazione, sia del Ministero dell’Istruzione, sia del College di Oxford...
Ma partiamo dall’inizio. In una sala gremita, Martina Panzarasa, collaboratrice del Professor Dalla Chiesa, ha aperto la presentazione con un excursus sulle modalità con le quali la ‘Ndrangheta è penetrata, passo dopo passo, anno dopo anno, nel tessuto sociale del sud-ovest milanese. Un racconto straziante, una carrellata di notizie tristemente conosciute ma che riescono sempre a sorprendere, una serie di fatti che sembrano avere dell’incredibile, ma che in realtà rappresentano solo pura storia.
Le prime presenze sul territorio di singoli giovani ragazzi di cattiva famiglia, i primi rapporti dei calabresi con la Mafia siciliana già presente a Trezzano sul Naviglio, gli iniziali sequestri di persona per poter recuperare del denaro da reinvestire negli Anni ’80 nel traffico di stupefacenti. E ancora: Buccinasco e Corsico, infelicemente conosciute come snodi cruciali d’Italia per l’eroina, i capitali nuovamente reinvestiti nell’acquisto di appartamenti, bar, edifici e nel cosiddetto movimento terra, infine il controllo del territorio e dei meccanismi economici locali. Con la collusione di personalità del nord e con la corruzione di coloro che avrebbero dovuto difendere il territorio e invece non l’hanno fatto.
Il tutto ovviamente con in mente un solo obiettivo, che non è, come molti pensano tutt’oggi sbagliando, quello di investire un capitale in borsa o di conquistare la ricca Milano. Quanto la volontà di ricreare, in realtà contenute, quella condizione di dominio territoriale che non era più possibile loro avere nei comuni d’origine dell’Italia meridionale.
Nando Dalla Chiesa, nel suo intervento, ha focalizzato molto l’attenzione su quest’ultimo punto. La ‘Ndrangheta non raggiunge il nord Italia con la mera intenzione di fare soldi, bensì l’arricchimento è il mezzo con cui poter esercitare una posizione sempre più dominante all’interno della nuova realtà locale di insediamento. Il figlio del rimpianto Generale Carlo Alberto ha puntato su questo aspetto citando un’intercettazione sorprendente, agghiacciante se ci si ferma anche solo un secondo a riflettere: un boss anziano insegna il mestiere ad un boss più giovane dicendogli durante una telefonata la frase “Il mondo si divide in due: ciò che è Calabria e ciò che lo diventerà”.
Ma la rassegna non è finita qui. Dalla Chiesa prima ha citato il caso della Liguria, dove solo le indagini di un giovane comandante riuscirono a scoperchiare il clamoroso dominio dell’Ndrangheta a Ponente Ligure. Poi ha ricordato come oggi la nuova frontiera per la criminalità organizzata sia la Germania: una Nazione che però ancora non si è resa conto, o meglio che ancora non si è voluta ancora rendere conto di quanto stia accadendo all’interno suo territorio e che sta reagendo, come del resto abbiamo reagito noi qui al nord, decine di anni fa con l’idea che “la mafia è una cosa che riguarda altri, noi non siamo coinvolti”.
In precedenza abbiamo ricordato dei contrasti che ci furono tra l’attuale sindaco di Buccinasco e lo stesso Dalla Chiesa. Alla conclusione della presentazione, abbiamo chiesto noi a quest’ultimo una dichiarazione, pregandolo di darci anche un suo giudizio sull’amministrazione Maiorano. “Premesso che io ho ribattuto solo una volta ad una frase che mi aveva francamente colpito e per la quale ancora non ho avuto risposta (Non basta avere un cognome calabrese compromesso per poter parlare di ‘Ndrangheta, ndr)” ha risposto Dalla Chiesa, “ciò che davvero mi ha sorpreso è che questo libro sia stato criticato dal sito del Comune, un sito dove non mi pare siano mai state attaccate nemmeno le famiglie mafiose dei Papalia e dei Barbaro. Per il resto, la reazione che c’è stata me l’aspettavo, perché nel momento in cui si fa un lavoro di questo tipo le amministrazioni tendono a prendersela con te perché si infanga il buon nome del Comune piuttosto che essere soddisfatte per il fatto che c’è chi ha passato nottate su nottate a studiare le carte (e non solo) relative alle loro realtà”.
Davide Mamone
IL COMMENTO
Vogliamo prenderlo in prestito (senza alcuna intenzione di riattizzare alcuna polemica, ben inteso) al nostro caro Fulvio, che nell'Editoriale del 2 novembre scorso, riferendosi alla polemica scaturita tra l'attuale Amministrazione di Buccinasco e Nando Dalla Chiesa, scriveva così:
"[...] Quel che serve mi pare sia un minimo di oggettività.
Perché se è vero che Buccinasco non va sui giornali per caso, ma perché si è rivelata negli anni uno dei centri più importanti del crimine organizzato (qui sotto specie di ‘ndrangheta) appare davvero assai ingiusto confondere nel giudizio vittime e carnefici. Laddove tra le vittime ci sono rappresentanti della società civile e imprenditoriale e anche esponenti politici che hanno preso posizione a favore del ripristino della legalità, mettendoci la faccia e correndo anche rischi personali.
Non si può (se è questo che intende Dalla Chiesa) mettere il derubato sullo stesso piano del ladro “perché non ha fatto abbastanza” per non essere derubato. Chi voleva fare ha fatto eccome, e in un contesto non certo favorevole.
Quelli che si sono permessi di dissentire dalle tesi di Dalla Chiesa sono stati definiti dallo stesso Dalla Chiesa sul suo Blog in questi termini: “ingenui e marpioni, astute scimmiette e complici navigati”.
Francamente non crediamo che siano espressioni commendevoli e meritorie e che aiutino la rinascita di una città in un contesto di legalità e di democrazia, alla quale appartiene anche la libertà di espressione senza dover correre il rischio del marchio di infamia.
Fulvio Scova"
Ecco, Fulvio ha ragione anche da morto, mentre i vivi perseverano nella loro arroganza e saccente supponenza, comprategli il libro così sono contenti
RispondiEliminaAbbiamo deciso di non riattivare nessuna polemica, non ne vale la pena, abbiamo troppe responsabilità e l'attuale situazione del nostro Paese ha la priorità. La nostra madre storia ci ha già detto con chiarezza "chi è chi" a Buccinasco. Noi non abbiamo libri da vendere ne romanzi da spacciare come verità. Noi non insultiamo e non calunniamo nessuno, qui viviamo e qui vogliamo vivere tutti i giorni insieme ai nostri Cittadini. La nostra risposta, come sempre, sarà una sola: I FATTI !
RispondiEliminaIl sig. dalla chiesa non perde occasione per diffamare, senza portare prove o fatti, la politica di Buccinasco, nulla dice dei fatti giudiziari gravissimi che hanno coinvolto il pdl , anzi ha condiviso con lo stesso sindaco cereda un'imbarazzante trasmissione a telelombardia dove ha ascoltato in religioso silenzio un parente di mafioso parlare e dare consigli . Questa ultima occasione gli è stata servita su di un piatto d'argento dalla sindaca ferrucci che nulla sta facendo di positivo e concreto per Corsico, basando tutta la sua politica su manifestazioni x la legalità che non costano nulla. La stessa ferrucci non ha detto una sola parola sull'argomento, ma non si preoccupi che tanto prima o poi si tornerà a votare.
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