venerdì 12 aprile 2013

BUCCINASCO - Il Gip Gennari ospite a Buccinasco: nessuno deve sentirsi solo per vincere “la bestia”

Terzo e penultimo incontro della rassegna “Buccinasco contro le Mafie” organizzata dall’amministrazione Maiorano, giovedì 11 aprile presso la Cascina Robbiolo. Più di settanta i presenti all’incontro che aveva come ospite d’eccezione il gip al Tribunale di Milano Giuseppe Gennari. Assieme al sindaco Giambattista Maiorano e al presidente del Consiglio comunale Rosa Palone, il giudice alle indagini preliminari ha partecipato ad un interessantissimo dibattito sulla presenza delle mafie nel nord Italia e in particolare in Lombardia...


“Buccinasco la Platì del Nord”. E’ partito con questa frase il video di presentazione alla serata, nel quale sono intervenuti diversi cittadini di Buccinasco e dal quale è uscito fuori a gran voce un concetto che potremmo definire scontato, ma che in realtà mai si dovrebbe ritenere tale: la ‘Ndrangheta c’è ma non si fa vedere ed entra nel tessuto sociale senza danneggiare apparentemente nessuno. Perché la cosa più importante è che superficialmente l’immagine della città sia quella di una città tranquilla, di un luogo pieno di viali alberati, sereno di giorno e di sera, ideale per famiglie e bambini, dove mai succede nulla di spiacevole.

Il video, prodotto dall’Ufficio Stampa del Comune in collaborazione con alcuni esponenti dell’amministrazione, “è stato difficile da realizzare” rivela Rosa Palone, “perché in molti ancora hanno paura di parlare di mafia davanti ad una videocamera, anche solo generalmente, soprattutto tra i giovani”. E’ quindi stato immediato il collegamento alla questione dell’omertà, che Giuseppe Gennari ha definito come “una soluzione, talvolta obbligata, di sopravvivenza” per le persone che si ritrovano in una situazione difficile: “Tanto più se”, ha affermato il giudice alle indagini preliminari, riferendosi anche al drammatico caso di Lea Garofalo (una testimone di giustizia che è finita per essere tragicamente uccisa), “lo Stato non si presenta sempre come figura di riferimento, come personalità che sa proteggere e sa sfruttare le testimonianze che le persone più forti hanno il coraggio di denunciare ad alta voce”. L’omertà, a Buccinasco, è ancora presente e il collegamento con quanto successo di recente è stato quasi spontaneo. Giovedì 4 aprile, infatti, due persone su un motorino hanno sparato ai vetri di una macchina bianca: nessuno, nemmeno le poche giovani testimoni, ha voluto denunciare niente fino al lunedì successivo e nel mentre la macchina è scomparsa. Lasciandosi dietro tante domande.

L’incontro è proseguito parlando, ovviamente, anche del concetto di legalità e di cultura della legalità: “Una serata di questo tipo può essere più importante, paradossalmente, di un arresto pesante” riflette il gip Gennari, “perché l’arresto risolve situazioni presenti, ma per evitare che ve ne siano in futuro è necessario che le persone, che i giovani siano formati con un’adeguata cultura dei concetti di civiltà e di legalità”. Anche perché la mafia non è solo delinquenza “d’alto borgo” lontana dalle persone comuni, bensì vive anche, se non soprattutto, della quotidiana illegalità: il piccolo imprenditore che accetta una mazzetta, il commerciante che si affida alle conoscenze di un colluso per un prestito e così via.
La serata si è sviluppata poi con gli interventi del pubblico, durante i quali sono usciti altri spunti d’interesse molto importanti. Uno in particolare, quello presente nelle parole del vice Sindaco Rino Pruiti: il fatto che il Comune, quella parte di “Stato” che è a stretto e quotidiano contatto con i cittadini, spesso finisca per essere abbandonato nella lotta alla Mafia dall’altra parte di “Stato”, che non gli conferisce quasi alcun potere e che soprattutto non lo supporta economicamente per far fronte all’illegalità diffusa.

Al termine di due intense ore di dibattito, l’incontro si è concluso con le riflessioni finali e con l’auspicio di una compattezza collettiva che, per dirla con le parole del sindaco Giambattista Maiorano, “permetta di non far sentire solo nessuno, né i cittadini né chi, come gli agenti della Polizia Locale, si vedono costretti a fare degli straordinari vivendo in primissima persona il territorio”.
Ma, come spesso accade in situazioni di questo tipo, un po’ di amaro in bocca purtroppo rimane. Perché sì, la serata è stata interessante e il dibattito di grosso spessore; perché è vero, a Buccinasco c’è tanta brava gente e le settanta persone presenti rappresentavano solo un piccolo spicchio di questa grossa fetta; perché diciamolo, è solo parlando di quella che il sindaco Maiorano ha giustamente definito “la bestia”, che la si può arginare e si può sperare che non rialzi la testa con la prepotenza degli Anni ’80. Ma purtroppo l’impronta della ‘Ndrangheta rimane e la viva sensazione è che, nonostante tutto, sia sempre marcata.

Il rimpianto magistrato Giovanni Falcone, durante un’intervista su Raitre diceva: “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine”. Anche oggi, però, nel 2013 si sente fortemente la necessità di capire come applicare i giusti e limpidi concetti espressi durante un incontro come questo, in quella che è poi la difficile realtà di tutti i giorni.

Davide Mamone

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