Sono lusingato, ma non sorpreso, dell’attenzione
che S. Indino mi ha attribuito nel corso della lunga intervista riportata da Sì
o No la scorsa settimana. Oltre a non amare la politica fatta di personalismi e a provare imbarazzo nel
parlare di me, l’influenza che mi si accredita nel corso di questi primi miei 5
anni di amministrazione mi pare eccessiva. Non merito tanto. Lo ringrazio però per
aver sollevato dei temi amministrativi che mi stanno a cuore e su cui mi sono
battuto con tenacia assieme al mio gruppo consiliare...
Partiamo dalla situazione
politica. Non vedo contraddizione tra il fatto che “la Giunta sia ancora in sella” e la forte voce, a volte critica ma
decisamente propositiva, che arriva da parte consistente della maggioranza. Abbiamo
garantito stabilità a Sindaco e Giunta (lo dicono i voti in consiglio) ma non
crediamo alla politica dei falsi
unanimismi. Siamo leali, corretti ma non appiattiti e spenti.
In questi mesi in consiglio
comunali abbiamo assunto decisioni importanti. E, dati i numeri, il PD è sempre stato il primo sostenitore della
Giunta. Non penso sia sfuggito a nessuno che abbiamo approvato bilanci via-via
più difficili e gravati dai tagli ai trasferimenti statali, il Piano di Governo
del Territorio, la delicata trattativa per riacquisire l’area della Ferrovia da
parte del Comune, l’aumento dell’addizionale IRPEF. Si è trattato di operazioni
spesso estremamente delicate in cui - voglio sottolinearlo - è spiccato il
senso di responsabilità soprattutto dei “giovani”,
consiglieri di ultima elezione che si sono caricati il fardello di scelte del passato di cui certo non sono
stati responsabili (vedi la piscina, la società patrimoniale, il nuovo cimitero,
la rinegoziazione dei mutui in essere).
Allo stesso tempo, nel contesto
della discussione interna alla maggioranza, abbiamo fatto sentire la nostra
voce, non per dividere, ma per costruire
sintonia intorno a proposte che fossero partecipate da tutti. E così non
sono sorte 3 torri da 20 piani in via Vespucci. Il parchetto di via Goldoni e i
campi da tennis di via Rossini non sono stati rimpiazzati da condomini. Continuiamo
ad avere un asilo nido in centro ed abbiamo mantenuto la biblioteca nella splendida
cornice di villa Marazzi. Abbiamo pensato a un centro storico completato da un’area
verde anziché da un’ulteriore struttura pubblica del costo di 2.5 milioni di
euro (e chissà quanto per la gestione). L’IMU sulla prima casa non è stata
applicata in aliquota massima (0.6%) ma allo 0.45%, avvicinandosi all’aliquota
base. E finalmente siamo riusciti a dare ai giovani una struttura in cui
ritrovarsi e sviluppare nuovi percorsi culturali benché sembrava che fosse
diversamente segnato il destino del centro di via Trento.
Cosa avremmo distrutto nel fare
ciò, se non qualche progetto non adeguatamente ponderato e qualche interesse
particolare?
Il punto è il seguente: non abbiamo contrastato la maggioranza, ma
siamo anche noi parte viva della maggioranza e come tale vogliamo essere
coinvolti nelle decisioni, nel rispetto dei ruoli, ovviamente. Il consiglio
comunale in questi anni è stato soggetto attivo e non testimone silente, non
solo alla luce dei volti dei neoeletti ma soprattutto di nuove istanze e
sensibilità che si sono affacciate tra i banchi del parlamentino locale. E, non
dimentichiamocelo, della crisi che è
si è aggravata.
Nella mia precedente intervista
ho lodato l’impulso dato dalle giunte
degli anni ‘80/90 (Fabbri, Marro e Brembilla) nel garantire uno sviluppo
equilibrato e una socialità armonica a un piccolo centro che si stava accrescendo
vertiginosamente grazie alla vicinanza a Milano e al lavoro offerto da un’opera straordinaria come la Sacra Famiglia.
Quanti investimenti (dal centro
storico al parco Pertini, dalla Casa di musica alla Villa Marazzi, passando per
il Parco della Natura alla Sala della Trasparenza)! Tra questi vanno annoverati
anche rilevanti interventi sociali e culturali, come la Festa Patronale e la collaborazione con Città Viva per il teatro.
Il Cristallo rappresenta sicuramente un’eccellenza per Cesano. E
penso che, benché si tratti di iniziativa privata e quindi caratterizzata dal
rischio di impresa, sia giusto che venga sostenuta anche economicamente dal
Comune.
La crisi però ha profondamente
cambiato le nostre prospettive. E i comuni non sono più quelli che erano almeno
fino agli anni ’90.
Oggi infatti sarebbe folle mettere in cantiere una delle opere
ricordate sopra.
Allo stesso modo non si può
pensare che il rapporto tra Comune e Città Viva possa perpetrarsi secondo gli
schemi, ormai superati, del passato. Proprio mentre il sindaco deve capire dove
tagliare la spesa per l’anno 2013 di 1.5
milioni di euro, non può arrivare una richiesta di contributo da 50mila euro per l’attività teatrale.
Non è nelle cose.
Si badi bene, non è solo un
problema di natura economica. Studiando la convenzione
stipulata, si nota quanto risenta del passare degli anni: che senso ha confermare
di anno in anno uno sconto di 2.5 euro per gli under 25 su biglietti del valore
anche superiore alle 30 euro? Vogliamo incentivare i giovani a venire a teatro?
Si pensi a riduzioni di gran lunga più vantaggiose e a spettacoli più
appetibili. Che risultato straordinario se ne
conseguirebbe in termini di diffusione della cultura!
Un discorso analogo si potrebbe
fare per la festa patronale. Bisogna
entrare nell’ottica che la sobrietà non è un vezzo di qualche pauperista ma una
necessaria scelta programmatica.
Edmondo Berselli scriveva nel suo
lungimirante L’Economia Giusta:
“Dovremo adattarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. ... Ecco
la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l' abitudine.”
Non so se la crisi, come molti
dicono, rappresenti un’opportunità. Di certo la rigidità è il peggior strumento con cui affrontarla.
Serve grande capacità di adattamento. E serve un nuovo modello
nell’amministrare, che parta dalla ridefinizione
delle priorità. Per chi ha una visione simile alla mia, in un contesto
popolare come quello di Cesano, oggi si deve partire dall’urgenza sociale.
Dato che lo Stato sta trasferendo
sempre meno soldi agli enti locali e che sarebbe anacronistico pensare di
continuare ad alimentare la spesa corrente con gli oneri di urbanizzazione derivati dall’edilizia, soprattutto in un
comune saturo come il nostro, ci si dovrà muovere nella direzione di una
drastica revisione della spesa.
Pertanto, seppur supportati, sia
il teatro che la festa patronale dovranno incidere meno sul bilancio comunale. Ça va sans dire!
Ci si venga incontro: il comune
garantisca comunque un impegno, seppur in misura inferiore dal punto di vista
economico, su festa patronale e stagione teatrale. Ma dall’altro lato vi sia la
capacità di “fare con meno”. Magari
una festa più corta e una stagione teatrale che coinvolga compagnie meno
costose. Si può e si deve. Anche in maniera più trasparente (ad esempio
pubblicando sul sito del comune il bilancio della festa patronale, cosa che
chiediamo da anni…).
Leggo infine che Indino mi sfida
(perché io? Mica sono assessore alla Cultura…) rispetto a una proposta che
intende presentare per la gestione della
Scuola di Musica. Seguirò con interesse la vicenda, ma sono da sempre
convinto che ad ogni testa dovrebbe corrispondere al massimo un incarico. E mi
pare che lui a Cesano sia già abbastanza impegnato dal punto di vista
professionale… Perché invece non cogliere l’occasione di mettere alla prova
qualche nuovo e volenteroso soggetto?
Simone
Negri
Il commento
Io scrivo, tu replichi e poi io replico alla replica...Teatro cristallo, bilancio, festa patronale e poi giudizi e contro giudizi... Da una parte Salvatore Indino che non è il presidente del comitato promotore festa patronale (che ci risulta essere Don Luigi Caldera, in compagnia del sindaco e dei parroci protempore). Dall’altra parte Simone Negri, attuale capogruppo del PD, ma non è il Sindaco (che ci risulta essere Vincenzo D’Avanzo). Parli chi deve parlare! Non mancheremo di lasciare spazio ai pareri come quello di Negri, sia chiaro. Entrino però i protagonisti: Salvatore Indino, come Centro culturale Città Viva, don Luigi Caldera, presidente del comitato Festa patronale, Vincenzo D’Avanzo Sindaco. La domanda è semplice: che fine farà la patronale? E il Cinema Cristallo? Luoghi che a ben ragione vengono da tutti considerate tra le più importanti opere nate dalla società civile (aperte al pubblico) a Cesano Boscone.
Si apra il consiglio comunale, senza che la politica e i politicanti giochino a nascondino. La pubblica amministrazione si esprima, decida. Aspettiamo notizie.
R.C.
Il tentativo del ragazzo fallirà perchè sono cose più grandi di lui, ma dimostra di avere coraggio a fare un'uscita del genere.
RispondiEliminaQuali sarebbero le "cose più grandi di lui?" La Festa Patronale e il contributo al Cristallo ? Possibile che "LA FESTA E' FINITA? " sia un'espressione valida solo per chi lavora, chi è disoccupato, chi vorrebbe studiare, ma non debba valere per Cristallo, CL e compagnia bella? R.C. si riferisce allo statuto delle festa patronale. Lo stesso prevede la pubblicazione del bilancio . Cosa si aspetta a far sapere quanto è costata queslla del 2012?
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