“Nel racconto di Alberto Alarico Vignati, Girasole impazzito di luce, paiono indovinati il fondale della vicenda (lo spoglio entroterra milanese) e la caratterizzazione psicologica dei due protagonisti: uno studente universitario, che campa dando ripetizioni, e il suo allievo che non va a scuola e sosterrà gli esami da privatista”...
Con queste righe, la Giuria dei Letterati presieduta da Paolo Crepet ha motivato la scelta di premiare Alberto Alarico Vignati, vincitore della 18esima edizione del concorso Campiello Giovani 2013.
Il concorso, promosso ogni anno dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria
Veneto, riguarda la stesura di un tema libero in lingua italiana ed è dedicato
ai giovani tra i 15 e i 22 anni d’età presenti in tutta Italia. Negli ultimi
anni, il concorso è diretto anche agli italiani all’estero attraverso la
collaborazione degli Istituti Italiani di cultura presenti in tutto il mondo.
Alberto Vignati, un ragazzo di 22 anni studente di Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha dunque ottenuto il prestigioso premio per l’edizione del 2013. Lui, che vive a Corsico e che a Corsico è cresciuto, avendo frequentato la scuola elementare primaria di via Galileo Galilei. Abbiamo deciso di incontrarlo per saperne di più sul suo racconto, sul suo presente e sul suo futuro.
D. Alberto, parlaci
del tuo racconto. Di che cosa tratta?
R. Il mio racconto verte su due
personaggi principali. Il primo, uno studente universitario senegalese che
campa dando ripetizioni al secondo, suo allievo, figlio di un’ndranghetista
incarcerato ad Opera. Quest’ultimo, che non va a scuola e che deve sostenere
gli esami da privatista, viene di fatto aiutato dallo studente universitario. E
più la loro amicizia cresce d’intensità, più il figlio dell’ndranghetista
riesce ad uscire dal mondo crudele in cui è cresciuto.
D. Quando l’hai
scritto?
R. L’origine del mio racconto risale tra
la fine del 2012 e l’inizio del 2013, dopo aver letto il romanzo di Nando Dalla
Chiesa, ‘Buccinasco: l’Ndangheta del Nord’. E’ da questo che mi sono ispirato.
D. La premiazione
finale del concorso quest’anno ha avuto luogo a Venezia: ci racconti cosa hai
provato?
R. E’ stato emozionantissimo. Era la
mia prima volta a Venezia e soprattutto era la mia prima volta su un palco:
l’evento era trasmesso anche sulla Rai e la serata è stata condotta da Neri
Marcorè. Ho provato sensazioni uniche.
D. Qual è stato il
tuo percorso di studi?
R. Per le scuole superiori ho voluto
scegliere immediatamente il ramo umanistico e ho frequentato il Liceo Classico
Salvator Allende, in zona Piazza Abbiategrasso a Milano. Poi ho proseguito su
questa via, iscrivendomi alla Facoltà di Lettere Moderne presso l’Università
Cattolica: dopo tanta fatica sto finendo questo percorso e dovrei laurearmi a
dicembre.
D. Su cosa pensi di
scrivere la tesi?
R. Ancora non è sicuro, ma a me
piacerebbe poterla dare in storia del cinema, viste anche le mie future
intenzioni lavorative.
D. Ovvero?
R. In generale, a me piacerebbe occuparmi
di questioni relative al campo della letteratura e del giornalismo. Il mio vero
sogno è però un altro: diventare sceneggiatore.
D. E dopo la Laurea
Triennale stai pensando di proseguire con gli studi?
R. Ovviamente sì, mi sto prendendo tutto
il tempo necessario per cercare di capire il corso di Laurea Magistrale più
affine a quelle che sono le mie volontà future e le mie passioni. Spero di
trovare la giusta combinazione.
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