venerdì 20 settembre 2013

ATTUALITA' - Dopo mesi di lotta l’ex libreria Cuem della Statale di Milano viene riqualificata a centro per disabilità

Una delle cariche della Polizia sugli studenti, durante gli scontri di maggio
L'infinita vicenda della Libreria Ex Cuem è finalmente terminata. La sede di via Festa del Perdono dell’Università Statale degli Studi di Milano può guardare con rinnovata serenità al futuro, dopo mesi di scontri, problemi, pressioni e vicende spiacevoli. E lo fa con l’inaugurazione e l’apertura di un centro per disabili, stabilita dal Consiglio d’amministrazione della Statale lo scorso 23 luglio...

Durante il servizio del maggio passato vi avevamo raccontato della pagina nera di questo 2013. Ci riferiamo ovviamente all’entrata nella storica sede universitaria milanese delle forze di Polizia in assetto antisommossa e agli scontri con gli studenti del cosiddetto ‘collettivo Ex-Cuem’, un gruppo di ragazzi volenterosi di mantenere l’occupazione di quella che una volta era punto di riferimento studentesco fisso per l’acquisto e la vendita di libri. Una libreria che è fallita a causa di una situazione economica disastrosa, i cui contorni non sono ancora tutt’oggi troppo chiari ai più.

Ad ogni modo, dopo le evidenti deficienze gestionali da parte dei vertici dell’Università, dopo numerosi passi falsi da parte dei due rettori che si sono susseguiti al timone della Statale e dopo i gravissimi errori di una parte del collettivo di ragazzi più impegnata a fare ‘picchetto’, ad imbrattare muri e a portare avanti piccoli grandi vandalismi piuttosto che a concentrarsi sull’oggetto del contendere, si ha avuto una riqualificazione soddisfacente dell’area in questione. Quella che una volta era la Libreria Cuem, da lunedì 16 settembre è diventata un’area all’avanguardia di 150 metri quadrati circa, dotata di laboratori e macchinari di nuova generazione per garantire pieno sostegno agli studenti disabili e con problemi d’apprendimento. La Statale, in un comunicato, ha precisato che del servizio usufruiranno più di 750 giovani ragazzi; ma ora che la struttura è stata così tanto e così bene riqualificata, è molto probabile che le richieste aumenteranno anche da parte di chi, disabile, per ora si era sempre sentito “diverso” e poco sostenuto. 

Alla fine, per la riqualificazione dell’Ex-Cuem, è stata dunque scartata l’ipotesi ‘area macchinette’, come invece si prospettava all’inizio di questo tortuoso cammino gestionale: oggettivamente, trovarsi delle fredde merendine in un luogo dove prima si trovavano dei libri - per di più, all’interno di un edificio accademico - sarebbe stata una nota a dir poco stonata per essere vera. E oltre a questa lugubre prospettiva sono state anche bocciate, almeno nella loro piena concretizzazione, le due proposte pervenute nel bando rivolto agli studenti nei mesi scorsi. Due proposte che avevano quasi esclusivamente scopo di lucro e non una funzione socialmente utile.

La grande questione in sospeso, ora, è quella legata ai destini del collettivo. Che fine farà? 
Solcato dai sette arresti relativi agli scontri dello scorso maggio, all’inizio di settembre il collettivo si è riunito per tirare le somme di quello che, nel bene e nel male, è stato un cammino e per capire gli errori commessi.
L’Ex-Cuem, alle origini, era nato con un’idea e un obiettivo non disdegnabili. La difesa di un luogo di enorme spessore culturale, portato alla chiusura da colpevoli non ancora identificati e con il rischio di divenire vittima di una decadente riqualificazione, non può essere considerato deprecabile a priori. Certo, più di una volta (e anche più) sbagliati sono stati i modi. Certo, qualcuno ha utilizzato tale collettivo e tale ideale per avere un facile nascondiglio entro cui sfogare alcune proprie strane perversioni: distruggere, rovinare, imporsi con la forza. E certo, come dicevamo mesi fa, ci sentiamo di ripetere che la parte propositiva e costruttiva del collettivo Ex-Cuem sia stata letteralmente abbandonata dai vertici universitari, ovvero da chi avrebbe il dovere, se non legislativo quantomeno morale, di coltivare, di far crescere, di collaborare.

Oggi, al netto di tutto ciò, l’esistenza di questo collettivo appare sostanzialmente inutile, vista l’ottima riqualificazione portata avanti dal CdA della Statale dopo mesi di titubanza. Appare invece ancora piuttosto fastidiosa la corrente complottista, sostenuta di questi tempi da alcuni maligni del collettivo, secondo cui il rettore Gianluca Vago avrebbe deciso per il centro disabili, in modo da “costringere” i ragazzi dell’Ex-Cuem ad accettare la fine delle ostilità, per evitare una situazione mediatica altrimenti loro sfavorevole. 

Evitando di commentare una prospettiva del genere, molto più fredda e scabrosa dell’idea dell’area macchinette, ci limitiamo a pronunciare la classica frase tipicamente utilizzata in situazioni del genere: “Tutto è bene quel che finisce bene”. Almeno per ora.

Davide Mamone

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