lunedì 23 maggio 2011

GRANDE CITTA' - Ecopass solo per i non milanesi. Rivolta dei sindaci dell’hinterland

Nel corso di una campagna elettorale che ai più giovani ricorda Cetto Laqualunque e a chi ha più di 50 anni l’ex sindaco partenopeo Achille Lauro (prima del voto c'era chi riceveva banconote tagliate: una metà prima del voto, l'altra combaciante dopo averlo espresso. C'era chi riceveva pacchi di pasta, mozzarella e scatolame) Letizia Moratti ha promesso l’abolizione dell’Ecopass per i residenti milanesi (il provvedimento è sempre stato difeso a spada tratta dalla prima cittadina ma si sa che uomini e donne liberi cambiano idea come e quando gli pare)...

Operazione elettorale ma quanto meno mal coordinata con i colleghi di partito. I sindaci dell’hinterland, quelli di centrodestra compresi, non hanno infatti gradito il provvedimento discriminante. E minacciano di fare altrettanto, cioè di porre una sorta di gabella di passaggio sulle grandi arterie provinciali (tipo Cassanese e Rivoltana) destinata ai soli residenti a Milano, insomma Milano e provincia costellate di checkpoint come la Berlino divisa della guerra fredda.

“Applicheremo la stessa tassa ai 65 mila veicoli che ogni giorno transitano sulla Cassanese, e ai 45 mila sulla Rivoltana, ovviamente utilizzando un sistema di identificazione che individui i soli milanesi», così Adriano Alessandrini sindaco di Segrate, di centrodestra. Per Mario Dompè, San Donato, anche lui di centrodestra: «È un' ipotesi stimolante. Visti gli immensi problemi di attraversamento che hanno i nostri comuni potremmo adottare identico provvedimento, applicandolo a tutti i milanesi che usano le nostre strade». 

Sulla stessa linea d’onda sul fronte del centrosinistra, da D’Avolio (Rozzano) a Oldrini, (Sesto San Giovanni). Insomma la campagna delle promesse di Letizia Moratti trova ostacoli non solo sul fronte opposto ma anche al suo interno. Così come le promesse di Bossi di portare un paio di Ministeri a Roma non solo non paiono destinate a suscitare particolari entusiasmi nei milanesi, ma piuttosto a suscitare le ire del collega di coalizione nazionale Alemanno, sindaco di Roma e quindi molto attento alla cura delle clientele elettorali che si annidano nei sonnacchiosi palazzi di governo romani. Insomma scarso coordinamento e anche molto nervosismo. 

Nervi scoperti a tal punto che una normale e ovvia dichiarazione di Roberto Formigoni ("Come presidente di Regione ho lavorato con sindaci e presidenti di provincia di ogni colore. Quando i cittadini si sono pronunciati, io istituzionalmente collaboro con tutti coloro che i cittadini hanno mandato”), invece di essere interpretata come una assunzione di corretta responsabilità istituzionale è stata subito scambiata per una sorta di complicità con il nemico Pisapia o quanto meno come scarsa propensione al combattimento. “Formigoni – ha commentato infatti il capogruppo regionale del Carroccio, Stefano Galli - se davvero vuole favorire la Moratti, farebbe meglio a tacere.”


Nessun commento:

Posta un commento