martedì 13 luglio 2010

Pieve Emanuele - Il 2012 è dietro l’angolo – Parte 02: Scordia all’attacco di Zappia


Continua ad essere molto calda la situazione all’interno della maggioranza pievese. O meglio, a farsi incandescente è il confronto tra la componente di centrodestra ed il gruppo consiliare “Pieve che verrà” dei dissidenti Roberto Zappia e Maurizio Obino. Le posizioni autonome e spesso in contrapposizione con la Giunta hanno portato nelle scorse settimane ad un loro ufficiale disconoscimento da parte della maggioranza, dalla quale sono stati esclusi. Le conseguenze principali di questo atto avrebbero dovuto comportare un rinnovamento nella costituzione delle Commissioni consiliari: l’intenzione della maggioranza era quella di rimuovere i due dissidenti dall’incarico di presidenti di Affari istituzionali e Bilancio, in modo da non ritrovarsi nella paradossale situazione di essere in minoranza all’interno di esse. Ma l’opposizione di centrosinistra ha fatto presto emergere difficoltà regolamentari nel variare in corsa la composizione delle Commissioni...


Con l’unico risultato, così, di un congelamento sostanziale delle stesse.
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato quindi l’assessore Domenico Scordia, che con una lettera aperta ha rivelato alcuni retroscena del rapporto con Zappia e della sua rottura con la maggioranza.  
Tutto nacque la sera del 13 giugno 2007 quando, dopo la storica vittoria del centrodestra dopo sessanta anni di attesa, si decisero gli assessorati. “Ricordo la discussione durata giorni e ore nell’ultima serata – racconta Scordia, all’epoca segretario di Forza Italia -, tutto ruotava attorno una figura femminile per rispettare le quote rosa obbligatorie stabilite dallo Statuto comunale, le cui modifiche non sono mai state effettuate per l’opposizione delle stesso Zappia in Consiglio comunale. Modifiche che avrebbero potuto ridiscutere la nomina dell’assessore Marisa Bozzini. Ricordo che toccava nominare una terza figura femminile, dopo le prime due nominate in rappresentanza di FI e An. A Roberto Zappia venne la brillante idea di nominare come terza figura la sua compagna Bozzini, una persona esterna alla lista, e in barba a chi aveva corso impegnandosi nella competizione elettorale. Una mossa ‘intelligente’: infatti, con il suo colpo di genio, si garantì in maggioranza una terza figura. La mossa non passò inosservata e negli accordi sottoscritti dallo stesso Zappia, lo si impegnava a mettere mano immediatamente allo Statuto per modificare le famose quote rosa, che avrebbe fatto scaturire la fuoriuscita di Marisa Bozzini dalla Giunta per essere sostituita dallo stesso Zappia. Si aggiudicò, quindi, un assessorato strategico: le Infrastrutture per poter mettere il naso ovunque e il Commercio e attività produttive. Una grande furbata per una  lista che esprimeva  un solo consigliere oltre il Sindaco (all’epoca dei fatti Zappia faceva parte della lista civica ‘Coraggio,cambiamo!’, ndr)”.  
Secondo la ricostruzione di Scordia, emersero poi presto in Zappia altri vecchi rancori, specie nei suoi confronti, per la mancata scelta del suo nome come candidato sindaco del centrodestra nel 2007, dopo la sconfitta subita già nel 2002. Ne sarebbe derivato un clima di costante frizione interna anche con gli assessori Antonio Cerminara e Lucia De Curtis, fino alla nascita del gruppo autonomo “Pieve che verrà”, per indebolire Forza Italia e Alleanza nazionale, ed al conseguente allontanamento dalla maggioranza.
Nel frattempo, aggiungiamo noi, l’assessore Bozzini, logorata da un clima non certo sereno attorno a lei, abbandonava la sua carica ma alla maggioranza non riusciva la modifica dello Statuto per riassegnare ad una figura maschile, che a quel punto certo difficilmente avrebbe potuto essere Zappia, le deleghe lasciate sul tavolo.


link correlato parte1

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